Che cos’è il presente?

Che cos’è il presente?

Pierce accese il monitor sul tavolo accanto «per farti capire ora ti farò vedere una cosa.» Sullo schermo comparve la foto di una pista di un campo sportivo. L’immagine era in bianco e nero e ritraeva degli atleti che correvano l’uno a fianco all’altro, probabilmente una gara dei cento metri. «Guarda, Tom, guarda bene.» Tom si protese in avanti concentrandosi sull’immagine. Pierce pigiò un tasto e questa si animò, dimostrando di essere il fotogramma di un video che iniziò a procedere. Gli uomini iniziarono a correre sulla pista più che potevano tentando di tagliare per primi il traguardo. A un certo punto un corridore si staccò dal gruppo e lentamente cominciò a sopravanzare gli altri fino a tagliare il traguardo per primo. Pierce allora fermò il video e guardò Tom. «Come correvano, eh?» disse sorridendo. Tom annuì preparandosi alla domanda che era sicuro sarebbe arrivata. Pierce ritornò con lo sguardo sul monitor. «Bene, riguardiamo nuovamente la scena» disse, quindi riportò la corsa all’inizio. «Ecco i corridori pronti a partire. Pronti? Via!» I corridori scattarono dai blocchi di partenza e incominciarono a correre più veloce che potevano verso il traguardo. Quando erano giunti più o meno a metà, Pierce fermò la riproduzione e si rivolse a Tom. «Ecco. Adesso siamo più o meno a metà della competizione,» guardò nuovamente il monitor dove c’era l’immagine degli atleti intenti nella loro corsa «diciamo che quello che vedi qui sia il presente, tutto quello che è successo prima quindi è il passato, giusto?» Tom annuì con aria attenta. «E quello che deve ancora venire è il futuro, giusto?» continuò Pierce. «E potrebbe sembrare la risposta corretta, perché in questo preciso istante» disse indicando lo schermo con gli atleti impegnati nella loro corsa, ma immobili «i corridori in questo momento non sanno come andrà a finire la corsa.»

Tom annuì ancora. «Giusto.»

Pierce lo guardò sorridendo con aria complice. «Bene.»

Tom si preparò a quello che avrebbe detto perché era sicuro che lo avrebbe sconvolto.

Poi Pierce aprì un cassetto dalla scrivania ed estrasse una striscia di plastica; era lunga un metro circa e alta sì e no tre centimetri e mezzo. La teneva in mano e i lembi della striscia penzolavano di qua e di là. La fissò un attimo e poi gliela porse.

«Tieni, Tom, guarda.» Tom la prese in mano e la osservò attentamente. Era una pellicola cinematografica, un film, e su di essa c’erano tanti fotogrammi, uno in fila all’altro, che ritraevano gli stessi corridori che aveva visto prima nel video. Li aveva visti muoversi, correre come il vento verso il traguardo, esultare per la vittoria, sorridere, respirare, vivere. Adesso invece erano lì, nelle foto.

Immobili.

«Quello che hai appena visto è questo film» disse Pierce indicando nuovamente il monitor, quindi indicò la pellicola. «Dimmi adesso: dove sono, lì sopra, passato, presente e futuro?»

Tom fissò la pellicola per qualche istante e spalancò gli occhi, quindi guardò Pierce. «Non ci sono» rispose affascinato.

Pierce sorrise, fece ripartire il filmato e indicò il monitor.

«Questo è come la nostra mente ci fa vedere la realtà che ci circonda» disse fermandosi qualche secondo a osservare i corridori correre come già era accaduto poco prima; e poi indicò la pellicola.

«Questo invece è come la realtà è» disse.

Condividi questo post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *